Vaccinazioni e autismo, il nesso causale è indimostrabile

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Accolto ricorso del Ministero della Salute contro sentenza del Tribunale di Salerno che riconosceva nesso di causalità tra vaccinazioni e autismo

Un nuovo capitolo sul tema vaccinazioni e autismo è stato scritto dalla Corte d’Appello di Salerno, la quale ha accolto il ricorso del Ministero della Salute contro una sentenza del Giudice del lavoro del Tribunale di Salerno che aveva riconosciuto, in primo grado, proprio nella somministrazione dei vaccini la causa dell’autismo di un bambino.

Ma la conclusione cui sono giunti i giudici è chiara: non vi sono evidenze che dimostrino una correlazione causale tra vaccinazioni e autismo. I giudici d’appello hanno infatti accolto le conclusioni del consulente tecnico d’ufficio, Michele Lupo, che sostenevano l’inconsistenza delle tesi riguardanti l’esistenza di un presunto nesso causale tra vaccininazioni e autismo.

E la premessa di tale pronunciamento è presto detta. Partendo dal rilievo che non si conoscono – ad oggi – le cause dell’autismo, nessuna ipotesi potrebbe essere teoricamente esclusa. Ciononostante, i risultati delle ricerche citata nella relazione del perito hanno dato molta più importanza a fattori prenatali e genetici nell’insorgenza del disturbo dello spettro autistico.

Con questo stato di cose, “quanti ammettono la possibilità di un rapporto causale tra vaccini e autismo non sono in grado di supportare l’asserto con i risultati di studi altrettanto seri e credibili”, si legge nella sentenza.

Secondo Michele Lupo, inoltre, il criterio cronologico tra la somministrazione dei vaccini e l’insorgenza del disturbo autistico “non è rilevante per la ragione che l’autismo si evidenzia clinicamente nei primi anni di vita e, quindi, proprio nell’età in cui si praticano le vaccinazioni obbligatorie, con la conseguenza che potrebbe esservi una mera coincidenza temporale tra esordio della malattia e calendario vaccinale”.

Vi era, inoltre, al vaglio l’ipotesi di una encefalopatia post-vaccinica nel bambino. Ma è stato evidenziato come tale patologia “non è documentata né vi è traccia di tale evenienza in anamnesi e, comunque, i rari casi rilevati di encefalite ed encefalomielite post-vaccinica si sono manifestati con quadri clinici acuti accompagnati da eclatanti sintomi neurologici, assenti nella fattispecie”.

Un altro elemento molto discusso nell’eterna diatriba tra vaccinazioni e autismo, è il ruolo della famosa MMR, ovvero del vaccino utilizzato per il morbillo, parotite e rosolia.

Nella relazione del ctu, la possibile correlazione tra MMR e autismo “è stata esclusa da numerosi studi condotti in vari paesi”, e dunque la possibilità che i vaccini abbiano causato al bambino un danno encefalico “risulta in contrasto con le conoscenze scientifiche attuali e con le posizioni degli esperti maggiormente accreditati”.

Ma non è tutto. Lupo ha anche ricordato come i primi riferimenti al nesso causale tra vaccinazioni e autismo sia da ritrovarsi in uno studio che si è rivelato “frutto di una mistificazione”.

Infine, quanto al ruolo svolto dal Thimerosal nella patogenesi delle encefalopatie post-vacciniche comportanti insorgenza di autismo, Lupo ha evidenziato che gli studi condotti non hanno confermato la tesi. Ad esempio, uno studio effettuato nel 2003 e 2004 ha mostrato che l’incidenza dell’autismo è stata la stessa tra i bambini che avevano assunto Thimerosal e bambini che erano stati vaccinati senza l’uso di questo componente.

Inoltre, è stato osservato come il passaggio dell’etilmercurio contenuto nei vaccini sia più difficoltoso rispetto a quello del metilmercurio sicché, a parità di livelli di assunzione, la concentrazione di etilmercurio a livello cerebrale risulta inferiore.

Il Consulente ha infine evidenziato che, anche qualora fosse dimostrabile una condizione di “iper responder”, l’argomento “resterebbe privo di pregio poiché non è mai stato dimostrato che una tale condizione svolga un ruolo nella patogenesi dell’autismo“.

 

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