Quando la perdita di chance è un mezzo erroneo per conciliare le parti

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La perdita di chance vista da un folto numero di ctu: un buon mezzo per far contenti tutti. Una espressione di danno da malpractice medica che permette al collegio peritale di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte. Ma le parti sono contente di ciò? Assolutamente no e vediamo il perchè

In questo video (simulazione di un caso clinico reale) si confrontano esperti medici insieme all’avv. Gianluca Mari (che esprime velocemente la sua opinione): gli esperti sono il neurochirurgo Pastore Francesco Saverio, l’internista ed epatologo Prof. Claudio Puoti e i medici legali dr. Carmelo Galipò e dr. Giovanni Liguori.

Il caso clinico commentato dagli esperti è quello di un soggetto 71enne con ematoma subdurale cronico che si ricovera e decede per una presunta malpractice medica.

Il “vero” ctu conclude, nella sua consulenza, confermando la malpractice medica ma evidenziando una assoluta incertezza del nesso causale tra inadempimento dei sanitari e il decesso del paziente (ovvero la c.d. perdita di chance).

Ricostituito il “finto” collegio peritale e le parti in causa si mette in evidenza la inconsistenza delle conclusioni del ctu a motivo di ulteriori valutazioni fatte sulla condotta dei medici espresse dai “nuovi” ctu.

Nella discussione trovano spazio temi frequenti che sono causa del contenzioso e che si riassumono come di seguito:

  1. incompletezza della cartella clinica;
  2. vizio di consenso
  3. errato utilizzo delle linee guida.

Vi consiglio di seguire il video di circa 46 minuti e, essendoci stati problemi tecnici di collegamento e ulteriori e varie, vi chiediamo pochi minuti di pazienza in più durante la visione della simulazione di contraddittorio medico legale.

Carmelo dr. Galipò

(Pres. Accademia della Medicina Legale)

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