Cancerogeni professionali: aggiornamento alla classificazione del 2000

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Dopo la lunga pausa estiva, eccoci di nuovo al lavoro, con il preannunciato capitolo dedicato alla Classificazione dei Cancerogeni professionali.

In questo ottavo capitolo ho riportato, con qualche necessario aggiornamento, quanto già scritto da R. Binetti, I. Marcello e il sottoscritto (I tumori professionali) circa i criteri adottati dai principali Enti ed Istituzioni nazionali ed Internazionali per la classificazione dei cancerogeni professionali: IARC –NTP – USA, CCTN; US – E.P.A.,   U.E., Regolamento C.L.P della U.E., A.C.G.I.H., D.F.G. – MAK.

In previsione   della classificazione cui farò riferimento nel Nono Capitolo, quando esaminerò nelle loro singole voci ciascun cancerogeno, ho scelto, quindi, in questa sede, di fare riferimento alla classificazione della IARC di cui ho riportato testualmente il manoscritto anche in lingua originale inglese ( con riferimento ai Gruppi 1 e 2 A IARC e con tropismo di organo e tumori causati ). Nel redigere questo paragrafo nel presente Ottavo Capitolo, infatti, ho effettuato più tentativi di come rappresentare meglio il problema prima di affrontare il Nono Capitolo.

Ho iniziato ad aggiornare le Tabelle del relativo Capitolo del libro di cui sono coautore, insieme ad Alessandro Di Agostino e Carmine Melino “ I tumori professionali “ – Società Editrice Universo. Roma. 2000. Poi ho interrotto la rielaborazione delle Tabelle.

Infatti ho ritenuto che non ha alcun senso effettuare due resoconti: uno in forma tabellare, per niente sintetica e per niente schematica, come erano le Tabelle del Volume “ I tumori professionali “ ed un ulteriore resoconto dove, nelle singole voci, ogni cancerogeno verrà descritto in forma discorsiva nel prossimo Nono Capitolo.

In concreto sarebbe stata una inutile ripetizione suscettibile di compiere anche errori di trascrizione e quindi creare confusione.

Oltretutto, se è vero che sono un cultore della materia delle malattie professionali e quindi dei tumori professionali, è anche vero che non sono né oncologo, né scienziato né svolgo attività di ricerca sul campo.

Poi, se, forse, ho raggiunto una discreta consapevolezza nell’interpretare gli studi scientifici, che stanno alla base delle Classificazioni dei Cancerogeni, è anche vero che non possiedo né l’autorità né l’autorevolezza per proporre una Classificazione che non sia suffragata dai diversi Enti ed Istituzioni per la Ricerca sul Cancro e per la Classificazione dei cancerogeni.

Quindi ritengo di dovere riportarmi, doverosamente e per rispetto dei lettori, a quanto stabilito dai sopraddetti Enti ed Istituzioni.   Seppure con la riserva, anche questa non mia ma del compianto Professor Renzo Tomatis, già Direttore per circa dieci anni della IARC – Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, circa la non sempre assoluta estraneità di alcuni ricercatori a conflitti di interesse, ritengo che il modello di studio proposto dalla IARC e la sua Classificazione sui Cancerogeni corrispondano molto bene alle aspettative di tutti. Ognuno dei lettori interessati al problema, poi, potrà, soprattutto quando la valutazione effettuata dalla IARC risale a notevole tempo addietro ( è cosa ovvia che la classificazione e riclassificazione dei cancerogeni non vengono effettuate dalla IARC tutti gli anni per tutti gli agenti ma seguendo un programma di ricerca ), alla luce di pubblicazioni asseverate dalla Comunità   Scientifica, integrare le conoscenze secondo dati raccolti da altre fonti.

Durante la stesura del presente Ottavo Capitolo sono ritornato sul problema dei “ polimorfismi genetici “ e dei “ polimorfismi metabolici “, a conferma della variabilità della risposta individuale dell’organismo umano esposto ad agente xenobiotico, sia cancerogeno sia non cancerogeno, si intende. Sono ritornato sul tema  della professione del Medico del Lavoro, del Medico Competente per ribadire che sostenere la opportunità di una legislazione garantista sulla sua autonomia significa proprio difendere la predetta categoria professionale.

Quindi ho trattato la problematica dei Valori Limite, e citando autorevoli fonti che mettono seriamente in dubbio la loro validità come linea di demarcazione tra “ condizione di sicurezza “ e “ condizione di non sicurezza “ anche, e soprattutto, per i cancerogeni, oltre che rimarcare, ancora una volta, che, anche nel caso di agente xenobiotico non cancerogeno l’organismo reagisce sempre secondo una risposta individuale.     In Appendice ho riportato tre paragrafi: il primo dedicato   alla requisitoria del Pubblico Ministero relativa al Processo di Appello di Porto Marghera ( Montedison ), dove emerge tutta la complessità dei Valori Limite sul campo di prova ( l’industria, nel caso petrolchimica ), il secondo relativo ad alcuni richiami di epidemiologia, utili per la lettura di articoli scientifici di epidemiologia   ( nella fattispecie: nozione di bias e di fattori di confondimento, il concetto, solo il concetto con molto breve spiegazione, dello studio di meta – analisi ), il terzo paragrafo che riguarda l’argomento della   “ teoria da contatto sociale “ e dell’ “obbligo di garanzia “ da parte dello Stato, della Pubblica Amministrazione nei confronti di un cittadino che reclama un diritto giusto da parte della medesima.

Personalmente, come appare evidente ormai, cerco sempre di intramezzare argomenti molto tecnici con parti più dialogiche e quindi di far seguire argomenti tecnici da quanto scritto da ricercatori molto autorevoli, in forma discorsiva e che sottolineano l’importanza di un aspetto particolare della Medicina Legale delle Malattie Professionali e della Medicina del Lavoro.

Durante la sezione dedicata alla Classificazione IARC, ho ritenuto di riportare, in versione integrale, per ribadire l’importanza che egli ha avuto nella storia della celebre Agenzia dell’OMS, la commemorazione del Prof. Renzo Tomatis a cura di Roberto Romizi, nella relativa giornata congressuale dedicata alla memoria di Renzo Tomatis presso la Fondazione Bernardino Ramazzini nel Castello di Bentivoglio, Bologna.

Ringrazio chi ha letto questa Presentazione. Spero di riuscire a dare in questo e nei Capitoli successivi un inquadramento generale della materia dell’Oncogenesi Professionale, spunto per ulteriori approfondimenti da parte dei lettori.

Dr. Carmelo Marmo

(Specialista Medico Legale)

Leggi l’ottavo capitolo

Leggi anche:

PRIMO CAPITOLO

SECONDO CAPITOLO

TERZO CAPITOLO 

QUARTO CAPITOLO

QUINTO CAPITOLO

SESTO CAPITOLO

SETTIMO CAPITOLO

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