Modello di cancerogenesi ‘multi stage’ e metodologia medico legale

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In tema di cancerogenesi la verità può non trovare certezza, talaltra, invece, essa si raggiunge con elevata probabilità o con probabilità di basso grado

Ecco che, man mano che si procede,  ci si avvicina a cercare di comprendere (non a caso ho adoperato il verbo cercare che potrebbe essere anche sostituito per molte evenienze con il verbo tentare) il fenomeno dei Tumori Professionali. Dopo il Sesto Capitolo, introduttivo all’argomento qui trattato, in cui ho cercato di fare giustizia sommaria della tesi che la maggior parte dei tumori si determinano su soggetti predestinati dal proprio Genoma, utilizzando le conoscenze più attuali della Genetica che, riguardo all’oncogenesi, ammettono che, perfino nei tumori ereditari e familiari, non si può quasi mai prescindere dalle interferenze ambientali esterne al corpo umano (esposoma), il presente Settimo Capitolo è dedicato all’Oncogenesi Generale. Quindi si parlerà secondo quali meccanismi (in parte di natura genetica in parte di natura epigenetica  sia endogena sia esogena) si genera una neoplasia. Si è cercato, pur citando processi di biologia molecolare del cancro e di meccanismi biochimici nella induzione di mutazioni (sia da parte di agenti esogeni che endogeni),  di mantenere un tono sempre molto semplice e che può essere compreso alquanto agevolmente da chi, anche se non biologo, medico o chimico, è dotato culturalmente di nozioni scientifiche di base. Non si è ritenuto di richiedere l’intervento di un biologo molecolare (peraltro al riguardo si è ripreso quanto scritto dal Prof. Gerry Melino circa l’apoptosi o morte cellulare programmata e circa quanto da lui già scritto riguardo l’Oncogenesi) ai fini di non caratterizzare il presente Capitolo da una esposizione che, seppure altamente professionale e specialistica, avrebbe però allontanato la maggior parte dei lettori. D’altra parte ciò che interessa conoscere a chi legge è se il Modello di Cancerogenesi “multi stage”, così come oggi ammesso dall’Oncologia, sia confrontabile con la Metodologia Medico Legale Previdenziale per cui, secondo le normative attuali al riguardo, l’interpretazione giurisprudenziale della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione (oltre – s’intende – anche la  giurisprudenza di merito al riguardo per opera di Sentenze molto precise  e di Consulenze Tecniche di Ufficio di ottima fattura) un tumore deve essere ammesso all’indennizzo oppure no, qualificato quindi come tumore professionale oppure extraprofessionale. E quindi qui interessa sapere se le attuali conoscenze di Oncologia (e prima di essa di Genetica, come si è visto nel Sesto Capitolo) siano in coerenza con l’attività medico legale previdenziale. Quando si è scritto sopra riguardo l’utilizzo dei verbi cercare – tentare per la comprensione dei fenomeni oncogenetici non si è ritenuto certamente di minare alla base la Medicina Legale Previdenziale circa la propria capacità di effettuare uno studio del nesso causale (concausale). Infatti la Medicina Legale Previdenziale, ambito specialistico della più generale Medicina Legale, è in grado, sulla base di classificazioni sulla cancerogenicità degli agenti di ambito lavorativo delle istituzioni internazionali (come la IARC di Lione, l’NTP Toxicology Program, altre che saranno esaminate nel prosieguo del presente Volume), degli Studi Epidemiologici e di Tossicologia Industriale, della struttura chimica/attività di un agente, di studi di matrici lavorazione/mansione/esposizione/tipo di malattia, di pervenire ad alcune verità. Talvolta la verità può essere raggiunta con certezza, talaltra con elevata probabilità, talaltra volta ancora con probabilità di grado non elevato. Talvolta non esiste alcun grado di verità. Il quadro è cioè molto confuso. Altre volte si hanno invece fondati elementi per escludere che un agente o sia in assoluto un cancerogeno oppure nel caso particolare sia stato in grado di esplicare la sua azione cancerogena. E prima di tutto non si può prescindere da una seppure non ultra approfondita conoscenza della Oncogenesi da almeno una comprensione dei suoi meccanismi fondamentali. La seconda parte del Capitolo è dedicata ai fondamenti di Epidemiologia con  la finalità di  fornire un quadro alquanto esaustivo, spero, per come potere interpretare le pubblicazioni scientifiche al riguardo. Ritengo che, invece, per l’impostazione di uno studio epidemiologico da parte dei lettori sia bene consultare i libri sull’argomento di cui ho fornito in Bibliografia un’ampia panoramica. Infatti l’Epidemiologia è una materia molto difficile e complessa oltre che interdisciplinare. Non ci si può improvvisare epidemiologi se non con il rischio di diffondere alla comunità scientifica dati aleatori quando non completamente errati. Ritengo che i Colleghi, non epidemiologi, che hanno vasta cultura e volontà, specialisti in  Medicina Legale e in Medicina del Lavoro, possano anche impostare uno Studio Epidemiologico nel campo delle Malattie Professionali e quindi dei Tumori Professionali ma che il Protocollo di Ricerca Epidemiologica debba essere verificato e validato da un Epidemiologo di professione o da chi ha vasta competenza sul campo ai fini di evitare deduzioni errate. Si è arrivati in ritardo all’appuntamento per la pubblicazione di questo Capitolo su Responsabile Civile del primo lunedì del mese, ormai scadutoMa i lettori potranno verificare la quantità di informazioni contenute nel Capitolo che hanno richiesto la necessità di un più  adeguato periodo di tempo, anche per aggiornare le parti riprese dal Volume I Tumori Professionali (scritto nel 2000), di cui sono coautore. Per lo stesso motivo il prossimo appuntamento salterà il mese di giugno e spero di completare l’Ottavo Capitolo per gli inizi del mese di luglio p.v. Un caro grazie anche per la pazienza dimostrata dai lettori e a chi mi ha fatto pervenire i propri commenti, che sono stati tutti, con mia gioia immensa, favorevoli.

Dr. Carmelo Marmo

Specialista medico legale

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